Sereno all’orizzonte?

La vigilia pre-Spezia ci ha presentato uno Stroppa caricato a mille, uno Stroppa che dichiarava di non lasciare nulla di intentato per un traguardo che ai più appare più una fantasia che una cosa realizzabile (playoff), …così da non avere rimpianti. Belle parole che riempiono il cuore di qualunque tifoso, anche perchè quest’ultimo ha sempre seguito la propria squadra con enormi sacrifici, indipendentemente da tutto (vedrete a Venezia). Sapere che il mister con la propria squadra fa da traino a livello di impegno ed entusiasmo, questo inorgoglisce: bravo Mister, ma non devi avere alcun rimpianto, avremmo firmato tutti per una stagione del genere.

In realtà poi contro lo Spezia ti accorgi che questo turn over in qualche misura va in contrasto con il “credo” del mister, abituato a certe forme di integralismo nella formazione da mandare in campo. Quando mai abbiamo visto in un’unica gara Floriano, Mazzeo, Beretta e Nicastro? E per fortuna era indisponibile Duhamel. Bene comunque ha fatto nel far rifiatare qualcuno ed allo stesso tempo buttare nella mischia gente che scalpitava da un pò. Per quanto mi riguarda molto contento per Floriano, di cui ammetto di simpatizzare sia per le doti tecniche, che umane. Pochi spezzoni per lui nella stagione in corso, dove però spesso ha fatto sentire il proprio peso attraverso assist e gol (direi che la percentuale tra minuti giocati e gol segnati confermano il valore del giocatore).

Tornando alla gara contro i liguri direi che la parte iniziale è stata caratterizzata da una fase di studio, da ritmi non precisamenti vertiginosi, ma direi soprattutto condizionati dal gran caldo. Un Foggia che comunque non si è certo snaturato portando avanti il solito palleggio (magari come al solito non produttivo al massimo), ma con la variante che, col passare del tempo e dopo aver sbloccato il risultato, ha potuto giocare come di solito fanno le squadre avversarie allo Zac, con ripartenze velenose. Da qui le occasioni gol sprecate in modo assurdo, soprattutto da Beretta.

Archiviamo dunque il match con lo Spezia e anche grazie alle parole di Stroppa, ci si butta al prossimo incontro che vedrà opporci ad una delle squadre più in palla del momento (Venezia) e che è in piena corsa per i play, se non per qualcosa in più.

Riguardo infine la conferenza stampa di Nember, c’è da dire che le attese erano enormi, considerando non solo il lavoro fin qui svolto e in condizioni, bisogna dire, non ottimali, ma soprattutto per quello che potrebbe ancora fare. Soprattutto, dalle sue parole sarebbero dovute trasparire situazioni concernenti questioni societarie, un pò come cartina al tornasole. Di fatto il ds, circa la propria permanenza a Foggia, non ha detto ne sì, ne no, ma la ragione dice che non avrebbe neppure potuto dirlo. Ed allora come mai questa conferenza stampa, che come prima impressione ricordava quella di Zeman di qualche anno fa in cui annunciava il proprio addio? L’impressione superficiale è quella di una ripetizione di concetti che molti di noi già sapevano, cioè di voler rimanere a Foggia, ma a certe condizioni. Ed allora che senso aveva convocare la stampa? L’impressione personale, leggendo tra le righe, è quello di un personaggio voglioso di continuare e con entusiasmo la propria avventura al Foggia, ma allo stesso tempo dell’intento di forzare la mano affinchè alla svelta “…torni il sereno all’orizzonte”, così da operare nei giusti modi e tempi. Arriverà a destinazione questa sorta di invito?

Ai semplici spettatori la conferenza stampa ha invece lasciato intendere una forma di affetto verso l’ambiente rossonero. In sostanza su di lui ci si può contare. E su altri….? F.f.

Rino La Forgia