M’arrecòrde/ Foggia-Altamura? Non è la prima volta… Scopriamo il primo precedente

Domenica si gioca Foggia – Altamura, ma non è la prima volta…

Sì, potrà sembrare strano, soprattutto ai tifosi, tanti, che, anche per ragioni anagrafiche, si sono abituati nei decenni a seguire le gesta del Foggia nei campionati su base nazionale. Eppure, Foggia – Altamura non è un inedito assoluto. Bisogna risalire ad un oscuro e dimenticato torneo di assestamento postbellico regionale (solo squadre pugliesi, 12, più la Vastese), girone E della Serie C di Lega Centro – Sud, stagione 1945-46, per trovare il primo e, ad oggi, unico precedente ufficiale tra due squadre di così diverso lignaggio. Ad essere rigorosi, quell’Unione Sportiva Altamura, di scena il 3 marzo 1946 nello stadio intitolato da poco alla memoria del sottotenente Pino Zaccheria, scomparso in guerra il 4 aprile 1941, è la storica società della città murgiana, mentre il Team che scenderà in campo domenica è una compagine nata molti decenni dopo in ambito dilettantistico, e che ora rappresenta la città di Altamura dopo la scomparsa dell’originaria società.

Di seguito, la cronaca de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’, testimone del successo foggiano (da notare che all’andata, in trasferta, i rossoneri erano stati battuti per 2 a 0).

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Foggia* – Altamura: 1 – 0 (0 – 0)

Soltanto ad un quarto d’ora dalla fine il Foggia è riuscito a battere l’Altamura, che ha destato un’ottima impressione. Foggia: Toriello; D’Argenio, Casolaro; Antonini, Ponzanibbio, Galante; Di Tonno, Mirabello, Giangolini, Bratta, Valentini. Altamura: Molinari; Ferrante, Nanni; Valente, Rapozzi, Sabbatini; De Caro, Bertuzzi, Bussola, Vandini, Serena. Arbitro: Vescovi di Taranto. Rete: nel s.t. al 28’ Giangolini.

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Sarebbe un errore pensare che un resoconto così stringato sia dovuto ad un refuso o ad un’omissione. La cronaca è tutta lì. In quei drammatici mesi immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale, il paese, e Foggia in particolare, sono stremati dai lutti e dai danni del conflitto. Le risorse sono limitatissime, e quella Gazzetta del Mezzogiorno esce in un’edizione di sole due pagine. Di spazio da dedicare al calcio, ce n’è davvero poco. La presenza stessa di una squadra, che, con immane fatica, in un panorama cittadino di macerie, dopo due anni di forzata sospensione di ogni attività, faccia ripartire il calcio a Foggia, è già di per sé un miracolo. Ed è un miracolo dovuto alla smisurata passione e ad agli enormi sacrifici personali dei giovani sportivi che vestono la maglia rossonera, quasi tutti foggiani (fra i pochi elementi provenienti da fuori, l’autore del gol, il riminese Nevio Giangolini), presieduti da Roberto Fini, storico pioniere del calcio rossonero.

Ecco, proprio nella stagione in cui ci apprestiamo a celebrare il centenario del Foggia, ancora costretti a ricostruire dalle macerie, questa volta, per nostra fortuna, solo sportive, noi tifosi non possiamo fare a meno di rivolgere un pensiero deferente ed un omaggio a quegli splendidi, coraggiosi, eroici sportivi che nell’immediato dopoguerra, in condizioni tanto difficili, tennero alto il vessillo del calcio rossonero.

Walter Guarini

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[Nella foto (Archivio Falcone):  una formazione del Foggia 1945-46. Da sinistra a destra, in piedi: Massimo Di Tonno, Mirabello, Frigerio, Casolaro, Trovatore, Ponzanibbio, Antonini, Bratta, Della Pace. Accosciati: Toriello, Antonio D’Argenio.]