COSI’ BRUTTO, MA COSI’ IN ALTO / La versione di Rino La Forgia

COSI’ BRUTTO, MA COSI’ IN ALTO

Monopoli-Foggia ci ha consegnato un primo tempo, oltre che confusionario, all’insegna delle ingenuità: doppia per il Monopoli: barriera a “maglie larghe” e pallone che rimbalza dinanzi al guardapali, tutt’altro che all’altezza della situazione; singola per il Foggia , per un intervento scomposto in area da colui che aveva portato in vantaggio la propria squadra.
La partita poi proseguiva con gli avanti biancoverdi in ritardo su un pallone che circolava nell’area piccola ed il gol, un bel gol, di un ex baby foggiano che sull’anticipo infilava l’incolpevole Fumagalli.
Il Foggia? In avanti non pervenuto, se non per calci da fermo, ma ormai una consuetudine. Così che il pareggio viene agguantato grazie alla verve di un Kalombo tutto sprint (purtroppo solo quello), che terminava la propria corsa appena giunto in area di rigore avversaria. Penalty concesso e realizzato dall’ormai specialista Curcio che, soprattutto grazie ai calci da fermo, si affaccia ai vertici dei cannonieri in questo torneo.
Ma non fai però in tempo a goderti il pareggio che il Monopoli divora un gol a tu per tu con il nostro portiere. Dunque 4 reti nella prima frazione di gioco che erroneamente farebbero pensare ad azioni gol a go-go, ma che invece rilevano occasioni solo episodiche e reparti difensivi tutt’altro che all’altezza.
Una ripresa invece ancora confusionaria con i rossoneri che davano l’impressione di essere dipendenti dalla verve, ma anche dalle lacune tecniche di un Kalombo sempre ripropostosi ad ogni capovolgimento di fronte. Col passare dei minuti sembrerebbe una partita destinata al pareggio, un risultato utile ai biancoverdi per uscire dalla crisi, ed al Foggia per continuare la striscia positiva.
Ma all’88’ ciò che non ti aspetti. Un’azione finalmente degna di nota per gli avanti foggiani: taglio in area di rigore e deviazione classica da rapinatore d’area, a dimostrazione che se giochi con punteruoli in avanti (anche se Garofalo come ruolo non lo è) e vengono serviti a dovere, qualcosa avviene…
Termina così la sfida e ci rendiamo conto, ma non avevo dubbi, di come una vittoria possa condizionare gli umori dopo il triplice fischio.
Per quanto mi riguarda salvo in particolare il risultato, ma quanto a gioco ancora non ci siamo, in barba a chi decanta mirabilie in campo. Ovviamente non si tratta di essere incontentabili, ma semplicemente di auspicarsi continui miglioramenti sul rettangolo di gioco. E naturalmente in Monopoli-Foggia non c’è tutto da buttare via, ci mancherebbe, ma da evidenziare la tenuta atletica, la determinazione, la voglia di vincere sino all’ultimo. La dimostrazione a pelle di un gruppo granitico ed ambizioso.
Ci auguriamo che mister Marchionni man mano possa plasmare questa squadra sempre più a sua immagine e somiglianza. Del resto è palese che la rosa attuale è quella che gli è stata consegnata da Corda e dopo il passaggio, sia pur veloce, di altri due colleghi. Dunque tanto incoraggiamento per il mister sperando diventi un grande come altri che l’hanno preceduto negli ultimi tempi (escludo solo quello della retrocessione). Così come al momento lascerei da parte degli accostamenti ad un certo De Zerbi. Andiamo cauti.
In ogni caso una vittoria capace quantomeno di rasserenare gli animi nell’ambiente rossonero, anche perchè è un non senso fare un distinguo tra squadra e società (di cui ormai sappiamo pregi e difetti).
Guardando invece la classifica, personalmente non mi faccio condizionare, anche se la “Y” è ad un tiro di schioppo dalla Bari, poichè in un torneo livellato in basso (escluderei Ternana ed altre 2-3 formazioni), ci sta una salvezza senza patemi d’animo. Così come non mi sorprenderebbe più di tanto un’eventuale posizione play off (la differenza tra le pericolanti e la zona nobile è brevissima). Ciò che invece tiene in ansia è l’aspetto economico, le mancate entrate, le uscite (stipendi e quant’altro). In ansia perchè dopo gli avvistamenti di navi in direzione Manfredonia, non vorrei fosse la volta di avvistamenti aerei al G. Lisa. F.F.

Rino La Forgia

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