L’ambizioso Pillitteri non ferma il canto foggiano: avanti, uniti!

Ci è molto difficile commentare una settimana così condizionata da quanto è accaduto a Perugia. Ci riferiamo in particolare alle decisioni arbitrali che, per usare un eufemismo, ci hanno lasciato perplessi.

Di sicuro, non è stato affatto difficile stavolta individuare il…. semaforo ROSSO.

 

Semaforo ROSSO: l’arbitro PILLITTERI

Di lui si sono apprese varie cose. Ad esempio, che è nipote dell’omonimo sindaco socialista della Milano da bere di fine anni ’80, travolto anche lui, come il cognato Bettino Craxi, dalla Tangentopoli degli anni 90. E si sapeva anche che avesse il rigore facile: peccato che, contro il Foggia, non abbia visto invece né la trattenuta evidente su Nicastroil solare mani in area di Pajac, mentre come curiosa compensazione statistica ha giudicato degno del penalty un rimbalzo del pallone su petto e braccio attaccato al corpo di Tonucci. Per quanto gravissime, non sono state queste le uniche decisioni imbarazzanti di questo signore. Esempio ne è l’assurdo giallo a Gerbo per un fallo di mani indotto da trattenuta e spinta plateali dell’avversario. Ma, a noi che eravamo nella curva del Curi, ci era apparso chiaro fin dall’inizio il senso della direzione di gara. Pillitteri è anche l’arbitro della famosa finale playoff dello scorso anno tra Parma e Pordenone, vinta dai ducali ai rigori ma costellata da decisioni contestatissime dai friulani, una su tutte il rigore negato al 120’minuto parso ai più solare. Eppure, Pillitteri è stato promosso.  Sabato l’effetto finale è un giochetto da 6 punti: 3 in più al Perugia, 3 in meno al Foggia. Punti che, in questa fase di torneo, possono essere decisivi, e probabilmente lo saranno.  Troppa grazia i playoff per il Foggia decapitato dei suoi vertici? Dobbiamo forse pensare che questo fischietto dalle importanti origini è destinato a far carriera?

 

Semaforo GIALLO : la concretezza sotto porta

Detto doverosamente dell’arbitraggio, non vogliamo però passare per piagnoni e perciò non omettiamo assolutamente che anche la squadra, seppur senz’altro condizionata dall’avversa direzione di gara, ha comunque qualche colpa. Passi il predominio di gioco e possesso visto per gran parte della gara ma che ha prodotto poche conclusioni, passi anche l’errore di Gerbo nell’azione del primo gol umbro: ma, sul 2 a 0, la squadra ha costruito almeno 4 occasioni nitide: Floriano, Mazzeo, Kragl allo scadere ma soprattutto lo sciagurato Scaglia: se metti dentro quel gol, a 8 minuti dal 90’, e con l’avversario in difficoltà (forse anche per la coda di paglia), la partita la pareggi. Questa è la nostra convinzione. E, almeno su questo, occorre fare mea culpa.

 

Semaforo VERDE: Squadra,tecnico e pubblico

L’applauso e il canto finale dei tanti tifosi al seguito, che molto ha stupito da quel che abbiamo letto il pubblico perugino, certifica non solo l’assoluzione ma anche il sostegno incondizionato ai nostri ragazzi dopo una sconfitta in cui i soprusi hanno prevaricato di gran lunga i demeriti. Il rischio di tossine negative postume alla rabbia di sabato è del resto da scongiurare. Guai a rimuginare ancora: per quanto difficile da ingoiare la delusione va tramutata in rabbia e voglia di riscatto, come anche Stroppa ha ben indicato. Noi, dal canto nostro, ci uniamo  – non solo idealmente – a quell’applauso dei tifosi, consolatorio per la gara del Curi e incoraggiante per la prossima allo Zaccheria.

 

Giancarlo Pugliese