L’opinione di Rino La Forgia: “Come si fa ad essere contenti?”

Se eravamo sui gradoni dello Zaccheria era per seguire il nostro Foggia, se eravamo in gradinata era anche perchè poi avremmo tirato le somme sulla prestazione della squadra, specie dopo una conferenza stampa di soli giocatori. Una conferenza stampa unica nel suo genere, come ha tenuto a precisare in modo positivo un addetto ai lavori, ma che a me questo particolare ha invece suonato in tutt’altro modo. Il Foggia dunque è apparso battagliero, un Foggia che sin da subito era intenzionato a tramortire l’avversario e non solo con un golletto. Un Foggia dunque diverso dal solito e ben più armonico. Belle, anzi bellissime le prestazioni di Busellato che a mio avviso è stato il migliore in campo con le tante proiezioni in avanti (sarà stata la NON mano dell’allenatore?), magari non sfruttate dai compagni, probabilmente increduli dal fatto che finalmente un centrocampista supportasse gli avanti (quante volte lo abbiamo auspicato). Belle le prestazioni di Ranieri (se non sapessi l’età parlerei di un calciatore ormai “scavato”), e che dire della grinta di un Greco, finchè il fiato ha retto. Un Greco che ha trascinato la squadra (vedasi anche la responsabilità del rigore calciato), cosa che avrebbero dovuto fare nel corso del torneo altri “senatori”, sulla falsariga di un Diamanti al Livorno. Chiaro sia che il Foggia non è stato solo quello, bensì la solita formazione che dopo 50-60 minuti è andato in riserva mentale e/o fisica, cosa che spesso ha caratterizzato la formazione rossonera quest’anno (a chi chiederne conto, oltre ai tantissimi infortuni?). In ogni caso, sia pur tribolando, nonostante il doppio vantaggio (Livorno insegna), siamo riusciti a portare a casa la vittoria e nonostante un Martinelli la volesse rendere ancora in bilico. Ma dico, giocare concentrati, proprio no? Intanto sui gradoni scrosci d’acqua facevano comprendere come anche noi ormai inzuppati dovevamo dare il nostro tributo alla causa. E per fortuna circondati da tanti amici con cui il tempo passava tutto sommato piacevolmente. Dicevamo che dopo un pò, specie a metà della seconda frazione di gioco, il Foggia mancava in lucidità e dunque eravamo in tensione perchè in costante apprensione per i ripetuti accenni di pioggia, per gli show del già citato Martinelli e soprattutto per i risultati dagli altri campi (tant’è che il gol di Iemmello ho dovuto farmelo raccontare). Si arriva dunque al triplice fischio è l’atmosfera è surreale, almeno per me. Intorno esultanza e dichiarazioni di amore verso la maglia. I nostri in campo non sò poi cosa abbiano fatto, immagino abbiano salutato a distanza i tifosi. Ero concentrato, io ed il mio caro amico Roberto, a Cosenza e soprattutto a Verona, poichè lì si giocava ancora qualche spicciolo di secondo. Finite tutte e da lì improperi specie verso i veronesi, ma è evidente che quando non sei capace tu, non puoi addossare la colpa agli altri. Avviatomi verso l’uscita ti rendi conto della forte protesta dei pochi ma rumorosi supporters salernitani. E li ti viene un ulteriore colpo quando vedi giocatori che si confrontano coi loro tifosi ricevendo continue invettive, ma poi pensi anche che se nonostante una loro prestazione sotto le aspettative, nonostante una striscia lunghissima di sconfitte, loro oggi sarebbero salvi, allora rifletti che in casa nostra c’è stato di peggio.
Nel dopo partita qualcuno chiede il perchè Grassadonia non abbia rilasciato dichiarazioni. Sembra per un problema di abbassamento di voce. Grazie a Dio dico io, chissà di quale meravigliosa partita avrebbe parlato. Ora cosa resta? Resta raschiare il classico fondo del barile per tenere sù l’entusiasmo in attesa di rivedere le maglie rossonere affrontare il Perugia. Così come si sta vicino ad un malato terminale, sperando possa riprendersi. Dovremo sperare in 2 vittorie e nella restituzione di un punto, questo il nostro destino per avere la certezza almeno dei play. Società, ds, allenatore? Ci sarà tempo per tutto. Ultimo appunto: il Foggia per questo rush finale ha bisogno di tutti, compreso di un Galano. Chi vuol intendere, intenda. F.F.

Rino La Forgia

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