La Triade, il Commissario e il tunnel di Fedato: il Semaforo Rossonero

Settimana in chiaroscuro per i colori rossoneri. Prima l’adrenalina pura della vittoria in extremis contro il Cesena, un mattone fondamentale per l’operazione salvezza; poi, lo sgomento e l’incertezza per un commissariamento che, a furia di rinvii, qualcuno ancora continuava a sperare che non sarebbe mai arrivato. Ma andiamo con ordine.

SEMAFORO VERDE: La “Triade”: il Capitano, il Guerriero, il Bomber

Partiamo da Christian , che sgomitando con l’avversario riesce miracolosamente a rimettere in area il pallone finale del match; passiamo a Denis che, contorcendosi al limite delle umane possibilità, lo spizzica indirizzandolo verso il suo centravanti; finiamo a Fabio che, allungandosi all’inverosimile, pur caracollando lo addomestica, cadendo solo dopo essere riuscito a depositarlo finalmente in fondo al sacco. Il Capitano, il Guerriero, il Bomber: l’ideale spina dorsale di una squadra che ha imparato a non mollare mai: e non sembra affatto un caso che siano stati proprio loro, ragazzi dal cuore grande e dal carattere irriducibile, a confezionare quel gol importantissimo all’ultimo respiro, trascinando i propri compagni verso una vittoria che sa di svolta definitiva.

SEMAFORO GIALLO: Il Commissariamento

Non si può parlare di un fulmine a ciel sereno, per quanto i continui rinvii lasciavano ancora aperti spiragli di speranza. C’è adesso molta incertezza. Quello del Foggia è del resto il primo caso di un club calcistico commissariato. Sia chiaro però che il Commissario non è né un custode giudiziario né un curatore fallimentare. E il Foggia non è sotto sequestro: l’attività della società non è sottratta ai proprietari, per quanto sottoposta ad azzeramento delle cariche e del CdA e gravata da controlli serrati e sistematici. Tuttavia, i soli sei mesi disposti dal gip Fanales in luogo dell’anno originariamente paventato, sembrano prefigurare una situazione in forte evoluzione. Lo stesso commissario Giannetti ha rassicurato la piazza: i mesi potrebbero essere anche meno, a patto che il suo compito di dotare il club degli strumenti necessari a garantire l’ok del tribunale milanese possa essere portato a termine nel breve tempo e nel migliore dei modi. Staremo a vedere. Ma intanto, tutti a Parma.

SEMAFORO ROSSO: Fedato

Ci teniamo a dire anzitutto una cosa: non sono i fischi del proprio pubblico, nel caso di Fedato assordanti, che possono aiutare un giocatore a superare un momento negativo. Allo stesso modo, non è la reazione stizzita dello stesso giocatore a poter aiutarlo a recuperare la simpatia della piazza… Ciò premesso, pensiamo invece che le critiche costruttive siano utili, quando opportunamente argomentate. Non solo rivolte al calciatore , ma anche al tecnico che ha inteso utilizzarlo in un ruolo che si conferma non naturale rispetto alle sue caratteristiche. Questo “ROSSO” infatti va compartecipato con Stroppa. Per quella che è la nostra senz’altro umile opinione, infatti, l’estrosa ala veneta non è un elemento adatto a gestire entrambe le fasi con la stessa brillantezza, come richiesto per il ruolo di esterno nel 3-5-2. Fedato è stato invece spedito in pasto a Perticone, e a Castori è bastato scambiare Laribi con Dalmonte, proprio dal suo lato, per metterlo nel sacco e impacchettare il gol da manuale che ha mandato i romagnoli in vantaggio. C’erano altri precedenti: la gara col Frosinone, col gol del 2 a 1 ciociaro, poi risultato finale, siglato proprio dal suo diretto avversario. O ancora la fascia stavolta sinistra rifilatagli sul risultato ancora di 1-1 contro il Brescia. E’ uno dei penalizzati dell’abbandono al 4-3-3 e in questo è stato sfortunato, per quanto ci sia da aggiungere che un carattere forse non proprio quadrato non gli ha molto giovato nelle occasioni avute. Per le doti tecniche che invece ha, è davvero un peccato.