5 domande (dei tifosi) a Grassadonia

Il pareggio con il Venezia, 5°consecutivo della squadra di Grassadonia, ha dato la stura a molti dei malumori che finora un po’ sottotraccia serpeggiavano nella piazza. Malumori ben visibili già allo Zaccheria a fine gara, dopo 90 minuti (va detto) di grande tifo, con la disapprovazione manifestata dalle curve ( cori della Sud, rifiuto a salutare i giocatori della Nord) e non solo: anche in gradinata è apparso uno striscione (già preparato e pronto all’uso) indirizzato al tecnico.

Il nostro Rino La Forgia, nel suo articolo pubblicato su queste “colonne”, ha ben rappresentato parte dei dubbi alimentati dall’ultima prestazione rossonera e non solo. La piazza, se già prima era divisa sulla valutazione del lavoro del tecnico, ora appare nitidamente perplessa. Foggia è una città particolare, calcisticamente parlando: non le bastano i risultati (che al netto della penalizzazione e di una classifica da brividi, sono senz’altro deludenti ma non ancora disastrosi); vuole il gioco, vuole idee, vuole un progetto tecnico coerente. Così è stato negli ultimi anni, con allenatori messi nella graticola anche quando portavano i risultati. Come redazione de IlFoggia.com, abbiamo potuto registrare parte delle maggiori perplessità dei tifosi: molti, infatti, hanno interagito con noi scrivendo al nostro indirizzo email ilfoggiainfo@gmail.com, o lasciando commenti sulla nostra pagina fb.

Abbiamo allora selezionato i dubbi e le domande più frequenti, ragionate e significative che ci sono state rivolte nel corso di questo dialogo aperto con i nostri lettori dopo la gara di lunedì sera. E abbiamo deciso di porle pubblicamente al tecnico Gianluca Grassadonia. Articolandole in 5 quesiti:

1)  Perché Martinelli terzino destro?

E’ stata la scelta che ha fatto discutere di più. Ciò, nonostante la presenza in panchina di Loiacono, più avvezzo al ruolo. Il 14 rossonero ha fatto il possibile, ma, a tutta evidenza, non aveva e non ha “gamba” per fare l’esterno. Il risultato: difficoltà nelle sovrapposizioni e nel contenere le folate dei rapidi esterni avversari.

2) Perché Galano dietro le punte e non esterno?

A ottobre, nel corso di una lunga intervista al nostro Tiziano Errichiello, Nember aveva anticipato (confermandola poi in seguito, nel corso della lunga pausa) il passaggio al tridente. Ci si aspettava allora di poter vedere il Robben di Capitanata (definizione non casuale) finalmente nella posizione in cui a Bari aveva mostrato negli anni le sue doti migliori: quella di esterno destro in un 4-3-3. Invece, rientrato titolare dopo la discussa panchina della Spezia, col Venezia lo si è rivisto in questa posizione di trequartista da 4-3-1-2, identica a quella di Chiaretti nella gara del Picco. L’impressione generale è quella di un ruolo ingrato e poco congeniale alle caratteristiche del giocatore. Galano si è mosso molto, alla ricerca di una posizione e di spazi che non ha mai trovato. I fischi di disapprovazione alla sostituzione, che non sono parsi rivolti al giocatore, dicono molto di come la pensa il pubblico dello Zaccheria

3) Perché insistere con Carraro play ?

Su questo punto abbiamo dovuto registrare una certa unanimità: il giovane play proveniente dall’Atalanta è ormai un caso. Molte le difficoltà evidenziate in un ruolo fondamentale per gli equilibri della squadra. Carraro è un giocatore di buona tecnica individuale ma sta purtroppo mostrando limiti, forse di personalità, sicuramente di esperienza. Fatica a liberarsi per impostare, è poco reattivo nel filtro, a volte è un corpo estraneo alla manovra: queste le critiche più ricorrenti. Esaltate, forse, dal confronto col predecessore Greco, altra esperienza, altro carisma. Sappiamo bene che, nella costruzione della rosa, quello del play è rimasto un ruolo scoperto. Ma forse, in una situazione in cui i margini di errore cominciano a ridursi sempre di più, occorrerebbe pensare a soluzioni diverse (già viste ad esempio a Cittadella e alla Spezia), scaricando un po’ di pressione che in questo momento gravita sul ragazzo. Busellato in campo dall’inizio avrebbe potuto esserne una?

4) Perché la squadra va in debito d’ossigeno dopo 60 minuti?

E’ un dubbio che dopo le due gare post-pausa sta salendo in molti. Nell’ultima parte di gara il Foggia sembra andare progressivamente in apnea. Gli avversari sembrano arrivare meglio al finale, con più fiato e tenuta atletica. Passi il finale della Spezia, con l’attenuante dell’uomo in meno. Ma lunedì sera nell’ultimo terzo di gara i lagunari sembravano correre il doppio. “Colpa” forse di qualche richiamo di preparazione? (ipotesi già emersa dopo Cosenza, anche in quella circostanza c’era stata una pausa di campionato). Parallelamente a questo discorso, c’è poi il caso dei tanti ripetuti infortuni muscolari che continuano a susseguirsi. Esiste un “problema” in tal senso?

5) Ma è questo il Foggia che ha in mente Grassadonia?

22 giorni di pausa non sono pochi. Uno stop abnorme e un po’ malaugurato che però, secondo il pensiero di tutti, pur “spezzando” il ritmo partita, aveva almeno il vantaggio di consentire di “sperimentare” al meglio un nuovo modulo e nuovi concetti di gioco, che potessero puntare ad esaltare il poderoso potenziale offensivo della rosa, un po’ “appannato” (secondo i numeri) nel primo scorcio di torneo. Quello che si è visto, al netto di qualche episodio non fortunato (come i 3 legni colpiti tra Spezia e Venezia), lascia perplessità. Specie su una manovra non proprio fluida, che tende spesso a infilarsi in imbuti centrali con pochi sbocchi e che lascia l’impressione di una “recita a soggetto” da parte degli elementi più tecnici, in assenza di uno “spartito” uniforme. Dando per scontata allora che la risposta al quesito sia “no”, i tifosi (e noi con loro) si chiedono: cosa manca a questo Foggia per rendere efficaci le idee del suo tecnico?

Post scriptum:

Torneremo ancora su questi argomenti nella trasmissione Kick Off, in onda domani sera alle 21 su Teleblu. E proprio a tal riguardo, potrete dire ancora la vostra e contribuire alla discussione con gli ospiti in studio. Come? Intervenendo in diretta telefonica chiamando al numero 0881 723180 o interagendo attraverso il consueto canale whatsapp di Kick Off : 338 8832494.

Da parte nostra, siamo lieti di questo “filo diretto” aperto con i nostri lettori, che ci fa piacere anzi implementare dando spazio ai vostri interventi e dando vita, perchè no, a una nuova rubrica aperta ai vostri contributi. Continuate allora a scriverci sui nostri canali email e facebook . Vi aspettiamo e leggiamo con piacere!

Giancarlo Pugliese